Fondazione archeologica canosina: esempio di collaborazione tra pubblico e privato per la valorizzazione del patrimonio culturale

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L’anno appena trascorso è stato sicuramente tra i più soddisfacenti per la città di Canosa di Puglia e per la Fondazione archeologica canosina. Difatti, siti archeologici e musei hanno registrato un record di presenze: oltre 11.000 visitatori. Un numero così alto non si verificava dal lontano 1995, anno di inaugurazione della mostra “Il rito, le offerte e la tomba”, presso il Museo archeologico di Palazzo Sinesi. Durante questo arco di tempo, molti sono stati i cambiamenti e le migliorie che hanno consentito a Canosa di essere tra le più visitate città turistiche della Bat. Il costante lavoro della Fondazione archeologica, in sinergia con il Polo Museale di Puglia, degnamente rappresentato dalla dott.ssa Maria Stella Margozzi e dalla dott.ssa Anita Rocco e con il dott. Italo Maria Muntoni della Sovrintendenza BAT ha permesso la realizzazione di svariati eventi rivolti ad un pubblico di appassionati, studiosi e curiosi che ha affollato le sale dello splendido palazzo ottocentesco, sito nel cuore della città, oggi, sede del Museo archeologico Nazionale.
Il connubio tra pubblico e privato ha caratterizzato l’impagabile impegno di una delle Fondazioni più longeve e attive di Puglia, che si avvale di oltre cento volontari impegnati nella valorizzazione del territorio e del suo patrimonio culturale. Una città, dalla storia millenaria, che attira visitatori da ogni parte di Italia e del mondo, accolti dalle preparate guide dalla ditta Tango Renato-servizi per l’archeologia e il turismo. Sono loro con maestria e passione a raccontare la storia dell’antica Canusium, partendo dalle sue origini, in età preistorica, continuando con l’epoca dauna, rappresentata dagli ipogei, proseguendo con l’età romana, caratterizzata da templi e domus, passando per l’epoca paleocristiana, contraddistinta da basiliche e battisteri edificate per volere del Santo vescovo Sabino ed infine con l’era normanna, di cui è protagonista il principe Boemondo d’Altavilla. Sono oltre dieci le tombe principesche, del IV-III sec.a.C., recuperate e valorizzate grazie alla sinergia tra pubblico e privato. Tra gli esempi più lampanti l’ipogeo Varrese, recuperato e reso fruibile con finanziamenti pubblici; l’ipogeo Scocchera B, recuperato con il contributo della Farmalabor, nella persona del dott. Sergio Fontana, Amministratore unico, nonché Presidente odierno della Fondazione archeologica canosina; l’ipogeo del Cerbero, dotato di realtà spaziale aumentata, creata grazie al contributo dei soci della Fondazione che hanno da sempre creduto nell’operato della stessa. La tecnologia, realizzata dallo studio Glowarp, consente di ammirare per intero l’affresco, posto al di sopra della porta di accesso alla camera sepolcrale, e di rivivere il passaggio del defunto dal mondo terreno a quello ultraterreno.
Oltre alle sinergie attuate per il recupero e la valorizzazione del patrimonio archeologico canosino, intenso è l’impegno per la promozione e per la sensibilizzazione effettuato con attività didattiche e laboratoriali, rivolte agli scolari, al fine di renderli responsabili nella tutela del territorio e coscienti delle bellezze che ivi insistono.
Al fine di incentivare l’arrivo di turisti è stato redatto un programma di iniziative per questo nuovo anno contenente passeggiate archeologiche con percorsi tematici, tour enogastronomici, attività esperienziali e ricreative, visite guidate teatralizzate presso siti archeologici e visite presso i musei locali. Il programma delle iniziative in parte già diramato, per i prossimi mesi, è stato positivamente apprezzato dai visitatori, i quali hanno già assicurato la loro presenza.
La sinergia tra la parte pubblica, MIBACT (Ministero  per i beni e le attività culturali e per il turismo), la Sovrintendenza archeologia, belle arti e paesaggio, il Polo Museale della Puglia, il Comune di Canosa (che esprime in seno al consiglio di amministrazione della Fondazione quattro consiglieri tra cui il Sindaco che è consigliere di diritto), la Provincia BAT, la Regione e la parte privata rappresentata dalla Fondazione archeologica Canosina è il chiaro esempio che insieme seppur con diversi ruoli si riesce a tutelare e valorizzare il nostro patrimonio.



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