Lo avreste mai detto che in cima alle Regioni italiane più dedite al trasferimento di denaro nei paradisi fiscali ci sarebbe stata la Puglia? Eppure secondo il rapporto messo a punto dall’Unità di informazione finanziaria (Uif) della Banca d’Italia è così. Vi sono diversi soldi che partendo da Bari finiscono dall’altra parte del mondo. Ma che dico “diversi soldi”, una vera e propria valanga di denaro che si disperde in tante piccole società per poi finire, con un semplice clic, in direzioni ben precise che il più delle volte coincidono con paradisi fiscali. Luoghi dove le tasse sono quasi se non del tutto sconosciute (approfondimenti su http://societaoffshore.org/porto-franco).
L’ultima relazione, che riguarda il 2014 ci racconta che in Puglia ci sono state 875 operazioni bancarie con Paesi definiti a fiscalità privilegiata o non cooperativi di cui 398 in uscita e 477 in entrata. Se pensiamo alle tante truffe scoperte sul territorio. Tra queste quelle legate alle energie rinnovabili per cui, invece, molte famiglie cercano un mutuo fotovoltaico. Quei flussi finanziari vengono inseriti dall’Uif tra «le tipologie di comportamenti a rischio», con riferimento in particolare agli accertamenti su evasione e frode fiscale.
Ovviamente se consideriamo le operazioni bancarie internazionali la Puglia è poca cosa nel mare magnum di operazioni a dir poco opache. Il dato resta, però, inquietante perché mostra un collegamento con i paradisi fiscali. La Puglia risulta seconda, dopo la Campania. Il rapporto dell’Uif è stato utile e indispensabile per le indagini svolte dalla guardia di finanza proprio sull’evasione fiscale. Il tutto fa parte di un programma già varato nel lontano 2007 che, in base ad accordi internazionali, permette la raccolta di numeri e la realizzazione di una vera e propria mappa.
Gli accordi prevedono la presenza negli Stati di una Financial intelligence unit (Fiu) dotata di piena autonomia operativa e gestionale. Il lavoro svolto dall’Uif della Banca d’Italia non si limita ad una mera valutazione statistica, ma mira ad approfondire le segnalazioni ricevute da intermediari finanziari, professionisti e altri operatori. Ogni numero o movimento viene analizzato perfettamente al fine di risultare utile per l’eventuale sviluppo investigativo. I documenti vengono, poi, difatti trasmessi a chi è tenuto ad investigare.
Tra i Paesi che il dossier segnala come “sospetti”, per quanto riguarda le transazioni dalla nostra Regione, vi sono ovviamente la Svizzera, il Principato di Monaco e San Marino.
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